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Cosa rende diversa una vita mediocre, trascorsa interamente nell’anonimato, tale da non essere ricordata, dalle vite di tutti coloro di cui la storia dell’umanità ci testimonia e che la società attuale celebra e rispetta? Forse dall’impatto di un gesto, o dalla forza di non mollare, o anche da una circostanza improvvisa, assolutamente non prevedibile.
Attraverso i social media tutti noi oggi abbiamo la possibilità, in teoria, di raggiungere una celebrità prima impensabile e di influenzare altre persone, spesso in modo profondo. La libertà di espressione garantita nel mondo occidentale permette tutto questo.
Il prezzo da pagare è tuttavia il fatto che possa avere vasta diffusione la voce di qualcuno che, in realtà, di parole sostanziose e sensate ne ha da dire davvero poche, se non nessuna. Chi ascoltare? Isolarsi da tutto e da tutti o passare le proprie giornate a commentare, criticare, elogiare, immergendosi nel mondo virtuale delle mille voci?
Gesù al suo tempo non cercò la celebrità fine a se stessa. Aveva un messaggio preciso da proclamare e cercò di influenzare con esso più persone possibile. Le sue parole sono state tramandate per due millenni su semplici papiri, su eleganti manoscritti miniati, sulle pareti delle chiese, sulle bibbie diffuse in tutto il mondo e oggi nella realtà virtuale del web.
La puoi considerare una voce fra le tante, oramai vecchia, non al passo con il nostro tempo.
La libertà concessaci da Dio concede di farlo, ma ricorda di pesare sempre le parole che leggi o ascolti. Fra la moltitudine di voci che ascolti ogni giorno però, una voce lontana nel tempo ma meravigliosamente vicina al tuo cuore ti parla di amore, di perdono, di comprensione.
A differenza di tutti gli altri, Gesù ti conosce: sa quello che quello che pensi, che soffri. Non lasciarla cadere nel vuoto. Pesa bene le sue parole.
Dio ti benedica,
Gianmarco
